da “La Voce del Popolo” di Fiume
di Helena Labus Bačić
A Draga di Moschiena si è esibito l’Emanuele Grafitti Trio di Trieste che ha proposto brani d’autore e celebri cover
È stato un concerto molto piacevole quello dell’Emanuele Grafitti Trio di Trieste, che si è esibito l’altra sera, per la prima volta in questa località, sul molo del porto di Draga di Moschiena con una selezione di brani in cui l’influenza del flamenco si fonde con la musica latinoamericana, il jazz, il pop, il rock e la musica classica.
Una fusione azzeccata
Una fusione azzeccata che ha entusiasmato il pubblico e messo in mostra la bravura e l’affiatamento dei tre musicisti. Il chitarrista Emanuele Grafitti, Simone Lanzi al contrabbasso e Andrea Paoletti alla batteria e alle percussioni hanno dato vita a una serata vivace proponendo brani d’autore, composti da Grafitti, e cover di Eric Clapton (“Change the world”), Keith Jarrett (“Country”), George Benson (“Breezin’”), Michael Jackson (“Man in the mirror”), Domenico Modugno (“Volare”) e The Police (“Message in a bottle”), proposti in arrangiamenti che giocano con la melodia e il ritmo e permettono ai musicisti di esprimere tutta la loro creatività e originalità, ma anche la loro straordinaria precisione e intesa.
A presentare il Trio al pubblico è stato il presidente della Comunità degli Italiani e sindaco di Draga di Moschiena, Riccardo Staraj, il quale ha spiegato che il concerto è stato organizzato dalla locale Comunità con il sostegno dell’Università Popolare di Trieste, dell’Ente per il turismo e del Comune di Draga di Moschiena.
Alla fine del concerto, il “capo” del Trio, Emanuele Grafitti, ci ha detto che suona insieme ai due colleghi da appena un anno e mezzo. “Ora che ci penso, abbiamo fatto insieme anche pochi concerti, in quanto ciascuno di noi è impegnato in tantissimi altri progetti – ha rilevato Grafitti, membro, tra l’altro, anche del rinomato gruppo chitarristico 40 fingers con il quale si è già esibito in tutta la Croazia –. Questo è quindi un progetto abbastanza nuovo con il quale abbiamo fatto un tour in Germania, con alcune date in Italia. Questo è il nostro secondo tour. Per quanto riguarda le nostre esibizioni, il bello di questa musica è che si può giocare molto. Trattandosi di musica strumentale possiamo giocare con le dinamiche, con i suoni, le armonie, le melodie, i ritmi. Insomma, ci divertiamo molto”.
Il crossover flamenco
Abbiamo voluto sapere chi ha scelto le cover proposte dal gruppo: “Le ho scelte io e firmo anche gli arrangiamenti. Lo stile musicale che curiamo lo definirei crossover flamenco perché si basa sulle sonorità della chitarra spagnola che si fondono con tutti i generi: la musica classica, il jazz, rock, blues, funk… Direi che la nostra musica si possa definire più in base a un suono che a un determinato genere”, ci ha spiegato Grafitti, il quale ci ha detto pure che ascolta molta musica, ultimamente anche quella croata e tantissima musica classica. “Dipende molto dal periodo dell’anno e dal mio stato d’animo. Ho notato, infatti, che d’inverno ascolto più spesso la musica classica”. Alla fine abbiamo voluto sapere quante prove sono state necessarie per raggiungere l’affiatamento che i tre musicisti hanno dimostrato sul palco. “Abbiamo fatto una prova prima di suonare, poi per allestire il repertorio ci siamo trovati per alcuni giorni prima di partire per la Germania. Con Simone suonavo già da prima e avevamo un po’ di arrangiamenti pronti. L’affiatamento poi viene sul palco, soprattutto quando si tratta di musica che non è arrangiata fino all’ultima nota, come questa, per cui bisogna suonarla tanto per riuscire a essere compatti”, ha concluso Emanuele Grafitti.