da “La Voce del Popolo” di Fiume
Autore: meh
La tournée teatrale celebrativa «40 anni da 1950» ha fatto tappa anche a Portorose. Oltre ai suoi grandi successi, il cantautore romano ha presentato alcune canzoni del suo nuovo lavoro discografico
A distanza di quattro decenni dalla celebre canzone “1950”, uno dei capolavori della musica d’autore italiana, dinanzi a una affollatissima platea dell’Auditorio di Portorose, si è esibito domenica sera Amedeo Minghi, uno dei cantautori più rappresentativi con più di 50 anni di carriera e successi contraddistinti da raffinatezza, eleganza e profondità. In concomitanza con l’uscita dell’ultimo concept album dello scorso 8 novembre, “Anima sbiadita”, l’artista che da quattro anni mancava dalla scena live, ritorna a calcare i palcoscenici con la tournée teatrale celebrativa “40 anni da 1950”. In questa cornice rientra anche lo spettacolo di Portorose, che al cospetto di numerose autorità, ha richiamato un notevole numero di connazionali dalle Comunità degli Italiani di Slovenia e Croazia.
Mantenere viva l’identità italiana
L’evento è stato organizzato dal Consolato Generale d’Italia a Capodistria, dall’Università Popolare di Trieste e dalla CAN Costiera con la collaborazione del Comune di Pirano. Nel corso della conferenza stampa che ha preceduto lo spettacolo, il console Giovanni Coviello ha ringraziato i partner, rilevando che operando in sinergia si riesce a offrire al pubblico ottimi spettacoli, che rientrano nella diplomazia culturale. La musica, come la moda e la cucina, fa parte appunto della cultura italiana. “Così esportiamo la musica, che con orgoglio portiamo su questo territorio, dove la CNI ha le sue radici e quindi fa sempre piacere far ascoltare ai connazionali della buona musica in italiano con dei bellissimi testi, anche per mantenere viva l’identità culturale della popolazione italiana che vive in queste terre”, ha osservato Coviello. “Da sempre e in questi ultimi anni in maniera programmatica durante l’anno, abbiamo realizzato l’incontro con i grandi della musica italiana e continueremo su questa linea anche nei prossimi anni”, ha aggiunto il segretario generale dell’UPT, Fabrizio Somma.
Brani inediti e cavalli di battaglia
Il musicista romano, artista poliedrico, che ha saputo regalare gioielli musicali dall’interpretazione narrativa unica, si è presentato con un sestetto d’archi, una band composta da Luca Perroni al pianoforte, Giandomenico Anellino alla chitarra, Alessandro Mazza al basso e Stefano Marazzi alla batteria. Nel canto è stato supportato dalle voci coriste di Rosy Messina e Giordano Spadafora, che hanno avuto modo di esporsi interpretando da solisti un brano a testa. Il repertorio suddiviso idealmente in due parti, ha proposto nella prima brani inediti tratti dall’ultima fatica discografica di carattere intimistico prodotta da lui personalmente che, come ha spiegato, vi ha messo al centro la vita e i suoi risvolti. “È un album molto sincero, schietto, reale. Qualcuno dice anche leggermente un po’ artigianale, ma questo aspetto l’ho voluto salvare”, ha raccontato l’autore. Nella seconda invece, non sono mancati pezzi storici come i cavalli di battaglia “1950”, “Decenni”, “Vita mia” e l’iconico “Vattene amore” presentato con Mietta al Festival di Sanremo nel 1990, dove l’uditorio ha intonato all’unisono l’inciso, regalando scroscianti applausi e una standing ovation.