da “La Voce del Popolo” di Fiume
di meh
Il Teatro di Capodistria ha visto protagonista ieri sera Gianfranco Jannuzzo, con lo spettacolo «Recital»
Il Teatro di Capodistria ha visto protagonista ieri sera l’attore Gianfranco Jannuzzo. Lo spettacolo “Recital” è stato anticipato dalla conferenza stampa indetta presso Palazzo Gravisi Buttorai dagli organizzatori dell’evento, ossia Consolato Generale d’Italia a Capodistria, Università Popolare di Trieste e Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”.
Dopo i saluti del vicepresidente dell’UPT Paolo Rovis, il console generale d’Italia a Capodistria, Giovanni Coviello, ha voluto illustrare la genesi del progetto congiunto, che vuole essere un omaggio ai cittadini in occasione delle festività natalizie e un augurio ai connazionali.
“Ogni volta che vengo qui sono accolto da un grande affetto, simpatia e amicizia – ha esordito l’ospite d’onore, l’attore Gianfranco Jannuzzo – e vi ho colto un grande, persino esagerato, amore per l’Italia, amore e ammirazione che deriva da tanti fatti storici, che da italiano finisce per responsabilizzarmi”.
L’artista ha quindi descritto il “Recital” come uno spettacolo teatrale che si dipana su due binari, uno più leggero intriso di risate e l’altro più serio che fa riflettere sulle tragedie della vita. Come le due facce della vita, una chiara e l’altra più tetra.
Gli ingredienti del monologo, scritto gran parte da Jannuzzo, con alcuni inserti composti assieme ad Angelo Galli, sono il senso di appartenenza alla propria città natale, il dilemma se andare o restare, la figura femminile, i dialetti, il mare, l’italianità, l’amore, il tutto condito da barzellette e tanta autoironia, qualità degli intelligenti, che l’attore descrive come una dote di controllo e consapevolezza, intelligenza, sensibilità verso sé stessi e verso gli altri.
L’attore siciliano non ha mai nascosto di apprezzare le parlate dialettali, aggiungendo di aver sempre cercato di raccontare gli italiani attraverso l’uso che ne fanno, convinto che per la loro naturale immediatezza, spontaneità, ricchezza di sfumature, sono una forza di comunicazione straordinaria e rivelano quasi sempre il carattere, l’indole più intima di chi li usa.
Nel “Recital” c’è la sua Sicilia, così come l’ha vissuta e conosciuta e che ha imparato ad amare anche attraverso il sentimento dei suoi genitori. Una Sicilia con le sue contraddizioni, allegra e amara, un’isola che rappresenta un ponte tra mille culture. Comunque nell’insieme si tratta di uno spettacolo denso di ironia e autoironia, definito da Jannuzzo il sale della vita, senza la quale l’esistenza diventa noiosa.