La mostra personale dell’artista veneziano è organizzata da
Università Popolare di Trieste, Comunità degli Italiani di Umago, Ente “Festum” di Umago, Città di Umago
con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
al Centro multimediale-Galleria della Città di Umago, piazza Marija e Lina
Il titolo fa riferimento all’idea che l’arte può far compiere un passo in avanti all’intera umanità se si guarda alla luce, al bene all’armonia universale.
L’artista invita chi guarda a compiere questo percorso attraverso 32 sentieri, che possono portare all’elevazione dell’uomo, costituiti dalle 22 lettere dell’alfabeto ebraico e dalle 10 sephiroth.
Le lettere ebraiche derivano dalle più antiche forme di scrittura e – come quelle greche – hanno sia un valore di lettera che di numero (in ebraico: גימטריה /גימטריא, traslitt. gēmaṭrijā), inoltre la loro forma rimanda da una parte alla scrittura cuneiforme e dall’altra ai geroglifici essendo le lettere per lo più racchiudibili in un quadrato con rimandi a forme e simboli. Le10Sephirot(ְסִפירוֹת,singolare:Sephirah,oancheSefirah,ְסִפיָרה,”enumerare”inlingua ebraica), sono gli attributi divini che l’artista vede come degli ascensori per l’elevazione dell’anima di ognuno e la riqualificazione del mondo intero.
L’artista ha inventato un suo universo originale fatto di lettere e numeri che vanno a posarsi su prati, alberi, boschi, ponti, architetture, sia su elementi naturali che manufatti creati dall’uomo nell’idea che l’essere umano debba farsi socio di Dio nella creazione e puntare all’armonia del tutto, soprattutto tra uomo-uomo e uomo-ambiente. Attraverso le sue opere cerca di recuperare non solo i valori legati alla bellezza e al rispetto della natura, ma anche alla storia e a tutto ciò che l’uomo ha prodotto come risultato di conoscenze e del sapere con l’idea che l’uomo debba mirare all’armonia universale, soprattutto quella tra esseri umani e tra l’uomo e l’ambiente.
Le opere che saranno esposte ad Umago mostrano immagini gioiose, energetiche e vitali quali possibili strade da seguire, in relazione all’altro, al diverso, auspicando una sempre più proficua collaborazione con chi proviene da mondi differenti ed un rapporto più corretto, giusto, rispettoso nei confronti dell’ambiente, del mondo animale, della natura e del cosmo, nella convinzione che l’arte può contribuire molto a cambiare questa umanità che – sempre più povera di spirito e di valori – sembra destinata inesorabilmente a precipitare in un baratro senza fine se non si fa guidare dalla luce.
Analizzare o semplicemente contemplare le sue opere equivale a compiere un viaggio interiore, di sogni ed utopie.
Nel suo atelier elabora tutto ciò: crea le sue opere, connettendosi con il presente attraverso la sorgente interiore, inventa teorie ed effettua sempre nuove scoperte, generando nuove estensioni concettuali che vanno oltre la realtà di partenza per intraprendere nuove strade comunicative e percorsi immaginari.
Egli continua a lavorare incessantemente sui legami tra numeri e parole, tra valori numerici presenti nella sequenza di Fibonacci ed i concetti base della Kabbalah per dare alla storia, alla società e al mondo intero qualcosa che rimarrà per sempre.
In una fase storica come quella che stiamo attraversando, l’umanesimo è messo in pericolo da problemi percepiti come insormontabili e conflitti che sembrano non aver più fine, Tobia Ravà ci parla di valori, principi etici e morali, di un mondo inclusivo e di un uomo riqualificato, di una dimensione spirituale in cui l’arte costruisce ed eleva l’essere umano.
Maria Luisa Trevisan